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Ci sono luoghi che sembrano usciti da un sogno, e Meteore è uno di questi. In mezzo alla pianura della Tessaglia, all’improvviso, si alzano enormi pilastri di roccia, verticali, imponenti, quasi irreali. E in cima, come se sfidassero la gravità, sorgono antichi monasteri ortodossi, costruiti secoli fa da monaci in cerca di silenzio e isolamento.
Il nome “Meteore” significa letteralmente “sospese in aria”, e rende bene l’idea. I primi eremiti arrivarono qui intorno al IX secolo, ma fu nel XIV che iniziarono a costruire i monasteri, arrampicandosi con corde, scale di legno e tanta fede. Oggi ne restano sei visitabili, ognuno con la sua storia, i suoi affreschi, i suoi panorami.
Il più grande è il Monastero della Grande Meteora, fondato da Atanasio il Meteorita. È un piccolo mondo a sé: cortili, cappelle, una biblioteca e una vista che lascia senza parole. Altri, come il Monastero di Varlaam o quello di Rousanou, sono più piccoli ma altrettanto suggestivi, spesso raggiungibili con scalinate scavate nella roccia.
La visita richiede un po’ di fatica – ci sono gradini, salite e tanto sole – ma ne vale la pena. Ogni monastero è diverso, e ognuno offre un punto di vista unico sul paesaggio circostante. All’interno, silenzio e luce filtrata raccontano una spiritualità antica, ancora viva.
Un consiglio pratico: vestiti comodi, scarpe adatte e, se vai in estate, non dimenticare una borraccia. L’ombra è poca e il sole picchia forte. Per entrare nei monasteri è richiesto un abbigliamento rispettoso: pantaloni lunghi per gli uomini, gonne sotto il ginocchio e spalle coperte per le donne (spesso all’ingresso vengono forniti teli).